Non riesco a dimagrire: le possibili cause psicologiche

Non riesco a dimagrire

Non riesco a dimagrire: perché?

Chi dice “Non riesco a dimagrire” spesso è pieno di buoni propositi. Ha fatto ogni tipo di dieta che poi, per qualche motivo, ha abbandonato. Probabilmente sa tutto di metabolismo, di calorie, di diari alimentari e di funzionamento tiroideo.

Purtroppo scegliere di fare la dieta non basta per portarla a termine.

Infatti dimagrire non è solo un fatto fisico. Tutto quello che ha a che fare con la nutrizione ha a che fare con delle dinamiche psicologiche.

Basti pensare a quanto sia delicato per un genitore il momento dello svezzamento del suo bambino: i primi cibi solidi sono una delle prime forme di separazione.

I disturbi del comportamento alimentare poi esistono solo nei paesi industrializzati. Sono dunque evidentemente implicate cause psicologiche e sociali.

Non riesco a dimagrire: i significati del cibo

Se il cibo fosse solo una faccenda alimentare non staremmo qui a parlarne. Probabilmente, al netto delle patologie organiche, non esisterebbe l’obesità né tanto meno la magrezza eccessiva. Il corpo si regolerebbe sulla base del suo fabbisogno e manterrebbe l’equilibrio, come, mi pare, tutti gli animali in natura.

Ma per noi umani il cibo è molte cose: è relazione, separazione, potere.

“Non riesco a dimagrire”, mi dicono spesso i pazienti. Hanno provato ogni possibile dieta ma poi l’hanno abbandonata lì. Si sentono pigri, senza forza di volontà e in costante disagio con se stessi.

Non riesco a dimagrire: quando il cibo è relazione

Indagando scopriamo magari che il papà ogni volta che tornava dopo ore o giorni di lavoro portava a casa dolci, olive, taralli e leccornie per i suoi bambini. O che la mamma riempie la valigia del figlio, che studia al Nord, con ogni genere di conserva fatta “a casa”. Ecco qui: il cibo è relazione.

È bene chiarire che se una persona sviluppa un disturbo alimentare NON è per questi motivi. I disturbi alimentari si sviluppano per ragioni molto profonde e importanti. Queste coccole di mamma e papà sono coccole e vanno benissimo. Ma quando ci sono dei problemi può succedere che si sviluppi un rapporto particolare col cibo; questo diventa, in un certo senso, rappresentante e sostituto di una relazione affettiva.

quando il cibo è relazione

Non riesco a dimagrire: quando il cibo è separazione

In alcune famiglie il momento del pasto non è un momento di aggregazione e vicinanza ma piuttosto di tensione.

Tante volte è il territorio della dimostrazione di potere. Pensiamo a un bambino in fase di svezzamento: tu vuoi che io mangi e io no. Io vengo spostato, cambiato, preso e messo a letto in base a te e alle tue esigenze, ma quando insisti a farmi mangiare io serro la bocca. Che potere che ho! Ti sto dicendo: “Io non sono quello che vuoi tu! Io sono io, io decido per me, ho bisogno di rispetto!” Rifiutare il cibo qui significa comunicare il proprio bisogno di separazione.

Ricordo una persona che mi raccontava che la sua mamma la agghindava prima di uscire di casa come una bambolina. La voleva bella, pettinata, ordinata, attraente e ovviamente magra. Questa persona combatte coi chili in eccesso da decenni ma non c’è verso di dimagrire. Perché per quanto l’adulta voglia piacersi l’adolescente che c’è dentro di lei non può assolutamente modellarsi sui desideri di sua madre. Non può assolutamente adeguarsi alle aspettative materne fino a quel punto. Se lo facesse morirebbe, dal punto di vista psicologico.

Non riesco a dimagrire: le voci contrastanti dentro ciascuno di noi

Ma se lei poi si ritrova a dire: “Non riesco a dimagrire” non è perché è troppo golosa o troppo pigra. Tutt’altro!

È che si muove dentro di lei una parte con una volontà di ferro, molto molto preziosa, che la protegge. Che le dice: “Non puoi dimagrire, altrimenti la mamma penserà di essere onnipotente! Tu come vuoi il tuo corpo? Fallo come piace a te!”

Questa voce certo porta con sé delle conseguenze anche negative. Troppi chili, conseguente frustrazione, senso di fallimento e così via. Ma dobbiamo ricordarci che è molto importante, sta lì a proteggere. Non si può pretendere che semplicemente taccia e smetta di fare il suo lavoro. Va rassicurata e compresa.

È quello che cerchiamo di fare in terapia: comprendere il senso delle cose per poter poi trovare anche altre modi di stare nel mondo.

Inoltre è facile che continuerò ad abbuffarmi se, per esempio, il rapporto coi miei genitori era piacevole solo al momento del pasto o della sua preparazione. Ci sarà una piccola dentro di me che avrà bisogno di continuare a mangiare e riempirsi, per sentire dell’intimità con loro. Io forse allora non riesco a dimagrire e sono frustrata e triste per questo, ma mi sento vicina ai miei genitori. E il bisogno di sentirli è infinitamente più grande e profondo della voglia di essere magra.

Solo quando avrò elaborato (cioè accettato e integrato nella mia storia) questo bisogno potrò dimagrire, se vorrò.

Non riesco a dimagrire: la cultura familiare

Nella maggioranza delle famiglie italiane, per ragioni storiche, “Grasso è bello”. O meglio “Magro è brutto, emaciato, malato”.

Anche le voci di casa sono qualcosa di cui dobbiamo tenere conto quando facciamo fatica a perdere peso.

Quando io vado da mia nonna ci vado a mangiare. Lei ha bisogno di nutrirmi. Se perdo un paio di chili mi dice, con affetto, “Come sei brutta!”. Se un ospite non mangia nulla a casa sua lei si offende profondamente, perché si sente rifiutata.

Certo ci sono tutti gli aspetti intrecciati con la sua storia personale e i suoi traumi. Ma c’è anche, nella cultura della mia famiglia, il fantasma della guerra e dell’estrema povertà. Della scarsità di cibo, della dura infanzia contadina.

In una famiglia come la mia perdere peso evoca anche questi significati. Qualche volta dentro di me compare una voce che dice: “Vorrei perdere qualche chilo”. Probabilmente in contemporanea se ne risveglia un’altra che dice: “Essere magri è brutto, evoca malattie, distruzione e morte”.

Tutto questo per dire che non possiamo sottovalutare nessun aspetto della vita psichica quando ci chiediamo: “Perché non riesco a dimagrire?”

Non riesco a dimagrire: quando la causa è un abuso sessuale

Spessissimo nella storia di chi è significativamente in sovrappeso si trova almeno un episodio di abuso sessuale.

L’abuso sessuale è uno degli eventi più sconvolgenti nella vita di una persona. Porta con sé molte cose: un senso di fallimento, di non valere nulla, la convinzione di essere irrimediabilmente sporchi e rotti. Produce ogni tipo di sentimento. La tristezza per il senso di perdita di una parte di sé, con la violazione del corpo; la rabbia, nei confronti dell’aggressore ma anche di se stessi per la convinzione di averlo lasciato fare; la vergogna, per questo stesso motivo e perché spesso, per una reazione meccanica, c’è anche stato del piacere fisico al momento dell’abuso; il senso di colpa per la convinzione di aver in qualche modo provocato l’evento o non averlo evitato; l’ansia, che tiene in allerta affinché il pericolo possa essere anticipato.

Tutti questi sentimenti hanno una funzione protettiva. La mente fa sempre il meglio per sé, anche quando ci sembra che ci confonda ci sta proteggendo come può, in base alle risorse a sua disposizione. E così, se subiamo un abuso sessuale, molto spesso ci fa ingrassare.

Accade così che non sono più attraente per nessuno, mi posso mantenere al sicuro e non correre più il rischio di essere importunato. Inoltre copro tutto lo schifo che mi sento addosso, lo nascondo, sotto strati di me. Questi vanno a proteggere una parte che si sente piccola, indifesa, bisognosa di aiuto e di cure. Una parte che, senza tutti quegli strati, si sentirebbe troppo esposta e vulnerabile per poterlo tollerare.

Non riesco a dimagrire: cosa posso fare?

La vita psichica è complessa e in gran parte al di fuori del nostro controllo. Il lavoro necessario per stare bene con noi stessi è innanzitutto quello di accettazione di sé e delle proprie emozioni.

Riconoscendo quello che provo nel presente posso capire da dove proviene e legittimarlo.

Scopo della terapia sarà scardinare la connessione che si è creata tra cibo e soddisfazione di un bisogno emotivo profondo, sopravvivenziale. Così che io possa trovare altri modi per soddisfare quel bisogno.

La terapia EMDR è terapia di elezione nel caso in cui alla base di un difficile rapporto col cibo vi siano abusi o altri traumi.

 

 

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